Inevitabilità del cypherpunk per una vera civiltà
Verso una civiltà di Tipo I sulla scala di Kardašëv
Traduzione dall’originale di Maxim Orlovsky
Si ipotizzi un universo abitato da agenti intelligenti in grado di vivere potenzialmente per sempre (cioè di non avere un'aspettativa di vita fissa). Tali agenti si svilupperanno continuamente e raggiungeranno un potere sempre maggiore, eliminando ogni possibilità di emergere e di crescere ai nuovi agenti "più giovani". Alla fine, l'insieme degli agenti diventerà fisso, verrà centralizzato, messo in gerarchia - e l'intero universo arriverà a uno stato globale stabile di "monoteismo": un unico potere che governa tutti. Questo potere non si evolverà e inibirà lo sviluppo del resto dell'universo sotto il suo controllo.
Quindi, abbiamo un trilemma: o
gli agenti devono avere un'aspettativa di vita fissa (è così che funziona la biologia ed è per questo che l'evoluzione ha "inventato" la morte)
gli agenti non devono essere in grado di raggiungere la totalità del loro potere, indipendentemente dalla loro evoluzione
l'universo si degraderà e, invece della singolarità tecnologica, si arriverà a un unico stato degenerato (simile alla "morte del calore", al "Big Chill" o al "paradiso").
L'unica opzione che per me è accettabile - e che sblocca la futura singolarità tecnologica sotto forma di sistema multi-agente con individualità in evoluzione - è la seconda.
L'unico modo per abilitare tecnologicamente la seconda opzione è inserire nel disegno dell'universo una legge fondamentale che permetta di "nascondere" gli agenti meno potenti da quelli più potenti - cioè la privacy.
Sembra che l'universo in cui viviamo lo permetta - almeno l'esistenza di costrutti matematici come le funzioni di hash e il problema del logaritmo discreto per le curve ellittiche suggeriscono tale opzione.
Pertanto, qualsiasi civiltà che si sforzi di sopravvivere a lungo termine deve sviluppare tecnologie di privacy e (di conseguenza) di resistenza alla censura su scala di comunicazioni tra agenti.
Quanto sopra fornisce anche una spiegazione perfetta al paradosso di Fermi:
Le civiltà evolute devono nascondersi dietro sistemi crittografici che le rendano indistinguibili, all'osservatore esterno, dal resto dello sfondo cosmico.
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